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Cammino dei Borghi Silenti

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Il Cammino dei Borghi Silenti: un Trekking di cinque giorni nella parte meno conosciuta dell’Umbria.

Ben trovato, caro lettore, oggi vogliamo raccontarti della nostra ultima “impresa”.

Questo articolo sarà un po’ diverso dai precedenti perché Patrizia ed io abbiamo vissuto molto intensamente questa nostra esperienza e sentivamo fosse giusto offrire entrambi il proprio contributo con le nostre impressioni e, per questo motivo, sarà un articolo a quattro mani 🙂 dove Patrizia esprimerà il suo lato emozionale e riflessivo ed io quello narrativo.

Abbiamo deciso di metterci in gioco, sperimentandoci con un “Cammino”.

Si, hai letto bene un vero e proprio cammino, come quelli di cui ti ho parlato in questo articolo, anche se non trovi citato quello intrapreso.

Il cammino che abbiamo scelto ha un percorso ad anello, con partenza e arrivo nella stessa località, e ti dico subito che non è stato affatto facile.

Si tratta del Cammino dei “Borghi Silenti” che si svolge su un percorso di 91 chilometri, suddivisi in 5 tappe, con partenza e arrivo da Tenaglie, piccolo borgo in provincia di Terni, in Umbria.

Ti chiederai: perché si chiama così?

Perché, nel corso del cammino, abbiamo visitato alcuni borghi medievali, non quei borghi turistici, tipici e noti dell’Umbria ma altri, non rinomati e pressoché abbandonati, ecco perché “silenti”, di cui alcuni con una popolazione residente che avresti potuto contare sulle dita delle due mani.

Sono tutti borghi di straordinaria bellezza e, per arrivarvi, si attraversano paesaggi incantevoli lungo i Monti Amerini.

Il Progetto, predisposto per itinerari sia a piedi che in bici, è stato realizzato grazie all’idea di Marco Fioroni di Amerini Trekking che voleva svelare a tutti una parte dell’Umbria meno nota, per farla apprezzare e, potremmo dire, ci è riuscito alla grande!

1^ tappa: da Tenaglie a Melezzole: Verso la valle incantata

Km 23,5/27,5 con variante; difficoltà medio/difficile; dislivello 863 mt in salita e 586 in discesa

Fra le cinque tappe, questa è la più lunga in assoluto anche se noi abbiamo fatto il percorso regolare di km 23,5 senza variante.

Nonostante la difficoltà indicata fosse medio/difficile, non eravamo particolarmente preoccupati.

Da tempo, amiamo fare escursioni in montagna e sappiamo di essere buoni camminatori ma la nostra esperienza era relativa a percorsi giornalieri in alta quota con un piccolo zainetto sulle spalle.

Ben diverso è intraprendere un vero “Cammino” con uno zaino serio sulle spalle che contiene tutto il necessario, più volte pesato prima di partire, oltre alle nostre irrinunciabili amiche “reflex” che, a loro volta, hanno un loro peso non trascurabile.

Avendo letto, con grande attenzione, tutte le informazioni della prima tappa, eravamo pronti e carichi di entusiasmo.

Dapprima una ricca e abbondante colazione e, dopo un breve giro per il borgo di Tenaglie, il cui nome sembra derivi da Gens Tenilia, una famiglia romana arrivata nella colonia, durante il periodo della fondazione.

Non ci siamo molto approfonditi su cosa vedere anche se vengono citate come interessanti la chiesa di San Giovanni Battista del 1370, di Santa Maria del 1852 e di San Rocco. Inoltre da vedere c’è anche, per chi volesse, il Palazzo Ancajani dei primi del ‘600, la Rocca e il Castello Baschi di Carnano ed il museo della civiltà contadina.

cammino dei borghi silenti: tenaglie panchina
cammino dei borghi silenti: tenaglie palazzo ancajani

L’entusiasmo di cercare il punto di partenza del “Cammino” era prioritario e siamo partiti alla ricerca della nostra prima “Freccia Gialla” che ci avrebbe indicato la strada durante l’intero percorso.

cammino dei borghi silenti: tenaglie inizio percorso

Non ci è voluto molto tempo e ci siamo trovati innanzi ad un incredibile immensità dorata di campi di grano, uno spettacolo che per noi, cittadini di metropoli, emoziona tantissimo.

cammino dei borghi silenti: tenaglie campi di grano
cammino dei borghi silenti: tenaglie balle di fieno

Eravamo solo al principio quando, in mezzo a quell’abbagliante oro, sono emersi distese di meravigliosi papaveri rossi ed abbiamo subito compreso perché la tappa sia stata nominata “Verso la Valle incantata”.

Cominciamo subito a scattare foto che possano cercare d’immortalare questi momenti per quando torneremo e vorremo rivivere le nostre emozioni del viaggio.

cammino dei borghi silenti: tenaglie campi di papaveri

Cammin facendo il primo borgo che raggiungiamo è quello di Guardea, uno dei più grandi che incrociamo e, sicuramente più moderno e, pertanto, meno caratteristico rispetto ai successivi che incontreremo.

cammino dei borghi silenti: Guardea monumento ai caduti

Qui da vedere c’è la chiesa dei Santi Pietro e Cesareo, risalente agli inizi del 1700, la chiesa di Santa Lucia, l’Eremo di Santa Illuminata, chiamato anche “Grotta di San Francesco”, edificata nel 1037 e soggiorno del Santo.

cammino dei borghi silenti: Guardea il municipio
cammino dei borghi silenti: Guardea la chiesa

Inoltre, da non perdere, c’è il borgo fortificato di Guardea vecchia, con un perimetro murario ben conservato, il Castello del Poggio, fondato come feudo imperiale nel 1034 su una preesistente torre bizantina.

La particolarità di questo castello, edificato dai Normanni, è che uno dei castelli più antichi d’Italia, conquistato da Federico II di Svevia “il Barbarossa”, Carlo V d’Asburgo, Cesare Borgia che lo regalò a sua sorella Lucrezia, Filippo di Savoia-Nemours e, per ultima, Olimpia Maidalchini Doria Pamphili.

Direi un gran bel pezzo di storia!

A Guardea abbiamo ricevuto il nostro primo timbro sulla credenziale del Cammino che certificherà tutte le nostre tappe fino alla fine.

Primo borgo superato!

Lasciata Guardea, sempre circondati da una natura affascinante, abbiamo ripreso in salita il cammino fino ad arrivare al bellissimo Borgo di Santa Restituta, secondo Borgo del cammino.

cammino dei borghi silenti: santa restituta scorcio

La bellezza di questo borgo lascia a bocca aperta per il perfetto stato di conservazione e fa rabbia che sia così poco conosciuto in tutta l’Italia.

cammino dei borghi silenti: santa restituta panorami
cammino dei borghi silenti: santa restituta panorami2

Pensa che il suo centro storico ha meno di 10 abitanti, sembra quasi di aggirarsi in un borgo fantasma uscito direttamente dal medioevo.

cammino dei borghi silenti: santa restituta particolare
cammino dei borghi silenti: santa restituta particolare2

Noi abbiamo avuto la fortuna di scambiare due chiacchiere con un residente.

Questo borgo ci è piaciuto tantissimo!

Infatti l’abbiamo scelto per la nostra pausa mangereccia :).

Inoltre ha una piccola chicca, in quanto nei pressi c’è un museo privato visitabile, previa prenotazione, dedicato alla band musicale dei Pooh se, per caso, fossi un loro fan.

Oltre al suo bellissimo centro storico vi sono, per chi volesse soffermarsi, la Chiesa di Santa Restituta, la Grotta Bella, costituita da una grande sala ricca di stalattiti e stalagmiti, la chiesa di San Luigi e la chiesa di San Gregorio e, per finire, l’Acerone, una pianta secolare che si trova sul versante nord.

Lasciata, a malincuore, Santa Restituta abbiamo ripreso il nostro cammino e, tra salite e discese, alcune facili altre meno, abbiamo raggiunto il terzo borgo di questa prima tappa, Toscolano.

cammino dei borghi silenti: toscolano

Questo borgo nasce intorno ad un castello di origine duecentesca, costruito come avamposto di difesa del territorio tuderte. La sua pianta è di tipo concentrica ed ha delle mura circolari dotate di torrioni.

cammino dei borghi silenti: toscolano il borgo
cammino dei borghi silenti: toscolano scorci del borgo

Il centro del borgo ha anch’esso poco più di 10 abitanti e noi ne abbiamo incontrati più della metà quando siamo andati all’unico bar per farci timbrare le credenziali.

cammino dei borghi silenti: toscolano scorci del borgo2

Quello che ti gratifica è il grande piacere con cui questi autoctoni dei borghi silenti ti accolgono per raccontare le loro storie e la grande disponibilità con cui ti vogliono fare apprezzare le loro iniziative per fare conoscere il loro borgo in giro per l’Italia e per il mondo.

cammino dei borghi silenti: toscolano scorci del borgo3
cammino dei borghi silenti: toscolano scorci del borgo4

Ci hanno voluto assolutamente fare scoprire due chiese che erano chiuse in quanto private, di cui una del ‘700, e hanno chiamato il custode per farle aprire appositamente per noi viandanti.

cammino dei borghi silenti: toscolano la chiesa

Dopo aver salutato i Toscolanesi, ci siamo rimessi in viaggio per raggiungere l’ultimo borgo, nonché meta finale di questa prima tappa: Melezzole.

Siamo così arrivati al quarto borgo, molto molto carino!

Anche questo borgo è dotato di un castello con pianta circolare costruito intorno al XII secolo.

Da Melezzole si può godere un bel panorama sulla conca ternana e dal monte Melezzole, in condizioni di ottima visibilità, la vista può spaziare in tutto il centro Italia.

Molto piacevole, dopo una bella doccia e meritato riposino nel donativo prenotato, è stato girare per le vie del caratteristico borgo, dove abbiamo incontrato molte persone disponibili per consigli ma anche tanti gattini che ci venivano incontro.

Ci è stato raccontato di come le castagne di questo borgo siano gustose e rinomate per cui se dovessi venire nel periodo autunnale, approfittane!

Tra i monumenti ed i luoghi di interesse oltre al castello, costituito da tre cerchie concentriche di case culminanti, in una piazzetta centrale, c’è il torrione con un affresco raffigurante la Madonna Protettrice, la Torre Errighi, la chiesa di San Biagio del 1112 e la Chiesa di San Vitale del XII secolo, poco fuori dal paese.

cammino dei borghi silenti: melezzole torre errighi
cammino dei borghi silenti: melezzole scorci

Molto soddisfatti ma anche stanchi abbiamo concluso questa prima tappa.

2^ Tappa da Melezzole a Morre/Collelungo – Infiniti orizzonti

Km 17,2/20; difficoltà difficile; dislivello 928 mt in salita e 1081 in discesa

Forse per mettere subito alla prova la resistenza dei camminatori o, forse, perché la difficoltà della tappa precedente non era stata considerata abbastanza ardua (anche se per noi lo era stata) questa seconda tappa, classificata come difficile, è stata molto dura.

Intanto si è differenziata dalla precedente perché, lungo il percorso, per i primi 15 km, non si incontravano borghi e fontanelle ma, soprattutto, perché è stata una tappa quasi tutta in salita dove, anche il tratto in discesa si è dimostrato “tosto” per ampi tratti ripidi e sassosi, dove poteva essere facile scivolare, rischiando di farsi male.

Partiti di buon’ora da Melezzole, dopo una breve deviazione per una visita alla Chiesa medievale di San Vitale, risalente all’XI secolo, ci siamo incamminati per raggiungere la sommità del monte Croce di Serra, a quasi mille metri di altitudine, con un dislivello di 994 metri in salita.

Man mano che si attraversavano campi, grandi distese di ginestre si presentavano alla nostra vista per poi addentrarci in un fitto bosco.

cammino dei borghi silenti: le ginestre

Sicuramente la salita si faceva sentire, con il peso degli zaini sulle spalle, ma il magnifico panorama che stavamo per raggiungere ci avrebbe ripagato della fatica.

cammino dei borghi silenti: le salite
cammino dei borghi silenti: i panorami

Ognuno di noi, quando parte per un “Cammino”, non sa se riuscirà nell’obiettivo che vorrebbe raggiungere che non è semplicisticamente la sola meta finale ma molto di più.

È come se lanciasse una sfida a se stesso, sa che incontrerà difficoltà in cui la volontà di andare avanti potrebbe vacillare ma sta testando la propria resilienza.

Diceva Albert Einstein: “La forza di una persona è il risultato di quello che ha superato”.

Gli “infiniti orizzonti” che caratterizzano questa tappa ci cominciavano ad apparire e quale occasione migliore per approfittarne e rilassarci un po’.

cammino dei borghi silenti: i panorami2

Appena più avanti, ci accorgiamo che non eravamo i soli a rilassarci in quanto incrociamo un gruppo di mucche in totale relax.

Piacevole incontro inaspettato!

cammino dei borghi silenti: le mucche

Dopo tanta salita, inrociamo una delle croci incontrate lungo il percorso, ecco che si scorge finalmente la discesa davanti a noi.

cammino dei borghi silenti: le croci

Sinceramente pensavamo fosse più agevole e meno impegnativa della salita, ma non è stato affatto così.

Per certi versi, è stata quasi più impegnativa della salita, per i tratti ripidi e sassosi ma ci siamo riusciti con qualche ansia pur rallentandoci nel percorso.

Finalmente arriviamo a Morruzze, il primo borgo di questa seconda tappa.

cammino dei borghi silenti: morruzze

Che dire!

Morruzze è un gioiellino alla pari di Santa Restituta nonché uno dei più caratteristici di tutto il cammino.

Il centro è rappresentato da una piazza con un bellissimo panorama in cui la fa da padrone una panchina ombreggiata, un antico pozzo ed una fontanella.

cammino dei borghi silenti: morruzze la piazza
cammino dei borghi silenti: morruzze antico pozzo

Anche qui il silenzio regna sovrano e questo borgo, con i suoi 60 abitanti, sembra davvero essere disabitato.

Tra i luoghi da visitare a Morruzze c’è la chiesa di San Giovanni, il Castello delle Morruzze con una bella torre merlata quadrangolare e i resti del monastero benedettino di San Bartolomeo, risalente al 1175, ormai abbandonato.

Altra caratteristica della zona, ci hanno raccontato, sono le buche del vento, gallerie scavate nelle roccia durante le ere geologiche e, oggi, oggetto di esplorazione speleologiche.

Dopo un break, abbiamo intrapreso l’ultimo tratto (non meno faticoso) che ci ha portato a Morre, uno dei borghi con sembianze maggiori di paese vissuto, in quanto fornito di bar, qualche negozio e persino una farmacia.

Il nome del borgo sembra derivi dal “gelso” che qui viene chiamato “moro” e ve ne sono molti di gelsi, anche coltivati per gli allevamenti dei bachi da seta.

Di interessante da vedere c’è l’Eremo di San Francesco della Val Cerasa, retto dai Benedettini Camaldolesi, e la chiesa di Sant’Andrea.

Noi, avendo trovato alloggio in un donativo a Collelungo, quasi al confine con la provincia di Todi, abbiamo proseguito e, dopo un altro paio di chilometri, abbiamo raggiunto la nostra destinazione.

Nel bellissimo donativo Patrizia, nonostante la notevole stanchezza, ha potuto deliziarsi a raccogliere, direttamente dalla fonte, arrampicandosi su un’alta scala, le sue amate ciliegie e farne una grande scorpacciata :).

cammino dei borghi silenti: ciliegie

Collelungo si è sviluppato intorno al suo castello fortificato ma, oltre ad esso, da vedere c’è sicuramente la chiesa di San Donato, risalente al XIII secolo, e la chiesa di Santa Lucia.

Questa seconda tappa ha piuttosto stremato i nostri piedi che hanno goduto del meritato riposo da scarpe da trekking ma il nostro spirito non demorde e, sicuramente, l’esperienza che stiamo maturando ci consentirà, in un prossimo cammino, di farne buon frutto.

Terza tappa da Morre/Collelungo a Civitella del Lago: Tormento ed estasi

Km 13; difficoltà media/difficile; dislivello 556 mt in salita e 560 mt in discesa

Iniziamo il terzo giorno, nonché la terza tappa del cammino, un po’ rinfrancati in quanto, dopo avere superato la tappa più difficile del percorso nel giorno precedente, ormai, ci sentivamo pronti per arrivare fino alla fine e, considerando che questa tappa era valutata come media/difficile ed era anche una delle corte, eravamo speranzosi di reintegrare parte delle energie spese e maggiormente godere del cammino quotidiano da scoprire.

Sempre dopo la necessaria abbondante colazione, abbiamo rimesso in spalla lo zaino e ci siamo incamminati lungo il sentiero che ci avrebbe portato, dopo pochi chilometri, ad un altro bellissimo borgo: Acqualoreto che, per un ampio tratto, domina la valle del Tevere.

cammino dei borghi silenti: segnale stradale acqualoreto

Bellissimo!

cammino dei borghi silenti: acqualoreto il borgo

Un tempo era uno dei castelli che costituivano la difesa di Tordi e Orvieto, oggi, con i suoi 15 abitanti, potrebbe sembrare uno di quei borghi fantasma abbandonati al loro destino.

Invece, esplorando le stradine del centro storico, ti accorgevi che tutto era molto ben curato e che quasi ogni finestra era adornata di fiori multicolori e profumatissimi.

cammino dei borghi silenti: acqualoreto particolari

Ad Acqualoreto, oltre al centro storico, degne di nota sono la Chiesa di Santa Maria Assunta, la Cappella di San Valentino e le Gole del Forello, scavate dal fiume Tevere.

Questo piccolo borgo è stato una scoperta da “assaporare” lentamente e mentre ti allontanavi, con ancora negli occhi le immagini di questo gioiellino, il percorso riprendeva dolcemente in discesa.

cammino dei borghi silenti: acqualoreto particolari2

Incredibile natura!

Emozioni a go-go ci colgono di sorpresaquando ci troviamo innanzi ad un panorama violetto mozzafiato di campi di lavanda in piena fioritura per cui ci abbandoniamo all’entusiasmo di immortalarli con reflex e cellulare.

cammino dei borghi silenti: acqualoreto la lavanda

E, camminando camminando, siamo arrivati ad un’altra meraviglia, il Santuario della Pasquarella o di Santa Maria dello Scoglio, risalente all’XI secolo che non è sempre aperto.

Infatti noi lo abbiamo trovato chiuso ma questo santuario, abbarbicato alla roccia e quasi nascosto dalla fitta e intricata foresta, emana un’aurea mistica che sembra alleviarti lo spirito.

Affacciarsi, per curiosità, alla piccola finestrella con grata, è stata una tentazione a cui abbiamo ceduto anche perché ne usciva una frescura ritemprante che, rispetto all’aria calda che si respirava intorno, rigenerava corpo e mente.

cammino dei borghi silenti: eremo della pascarella

A questo punto avevamo percorso i due terzi della tappa, mancavano circa due chilometri per il secondo borgo da raggiungere ma questo sarebbe stato il tratto più duro e faticoso dell’intero Cammino.

Se per moltiCamminare” è un atto puramente pratico, un atto locomotorio con cui ci si sposta da un luogo ad un altro, per un “viandante” è un’occasione di riflessione su chi siamo e cosa vogliamo dalla vita.

Quando si va verso un obiettivo, è molto importante prestare attenzione al cammino. È il cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare e ci arricchisce mentre lo percorriamo” Paulo Coelho.

Sicuramente la lunga salita ripida e rocciosa che ci aspettava è stata occasione di riflessioni.

Ecco perché è denominata “Tormento ed estasi” questa tappa!

Ogni metro percorso è stato arduo e il silenzio con cui lo si affrontava, consentiva ai nostri pensieri di fluttuare.

Dopo questo tratto, quasi interminabile, fatto a tappe, abbiamo potuto godere, per qualche centinaio di metri, di un tratto pianeggiante e, finalmente, ci è apparso il borgo di Scoppieto.

Varcata l’antica porta di accesso, ci siamo subito lanciati verso la fontana di acqua potabile che si trova nella piazza principale.

È il momento di godersi il meritato riposo, approfittando, magari, di un veloce spuntino, se ci arriverai, come noi, verso l’ora di pranzo, rilassati anche tu.

La visita del borgo è stata suggestiva!

cammino dei borghi silenti: scoppieto
cammino dei borghi silenti: scoppieto particolari

In origine Scoppieto era una villa, cioè un castello senza fortificazioni, e costituiva un unico corpo con il vicino castelletto di Monticelli.

Dopo esserci infiltrati in ogni stradina del centro, visitando ogni anfratto e la chiesa di San Pietro dell’XI secolo, ci siamo rimessi in cammino per raggiungere l’agognata meta finale che concludeva questa terza tappa: Civitella del Lago o, come veniva anticamente chiamata, Civitella de Pazzi.

La strada in discesa conduceva direttamente al centro storico del borgo da cui si ammira un panorama mozzafiato sul sottostante lago di Corbara.

cammino dei borghi silenti: panorma del lago

A differenza dei borghi visitati finora, Civitella risente sicuramente di un maggiore afflusso turistico, dato dalla vicinanza con il lago.

Anche in questo borgo ci aspettavano al donativo prenotato.

Dopo esserci riposati e ritemprati, non vedevamo l’ora di andare in giro per il borgo.

I punti da fotografare erano tanti e noi non ce ne siamo persi nessuno!

cammino dei borghi silenti: scorcio di civitella
cammino dei borghi silenti: noi a civitella

Il centro storico è molto bello e, sebbene sia abbastanza piccolo, è stato piacevole anche fermarsi in uno dei tanti localini presenti e rilassarsi, gustando un fresco aperitivo, accompagnato da piccoli assaggini rustici per predisporci alla meritata cena serale.

Durante ognuna delle tappe percorse, pur partendo per il Cammino da soli, abbiamo incontrato tanti viandanti, come noi, che sono stati i nostri compagni di viaggio ed è stato sempre un piacere rincontrarsi, salutarsi e confrontare le esperienze pregresse e le opinioni sul nostro comune Cammino.

Anche questo arricchisce l’animo!

A Civitella sul lago, abbiamo anche conosciuto una coppia del luogo, trasferitasi ormai da decenni, molto simpatici e cordiali, che ci hanno raccontato di essere scappati dal caos cittadino della città laziale da cui provenivano, per vivere nella tranquillità di questo borgo, coltivando i propri hobby con la serenità che li circonda.

Sono scelte di vita che posso comprendere!

Oltre al centro, sono interessanti l’Arco di Diomede del 1552, il Palazzetto della Comunanza Agraria risalente al XVI secolo, il Palazzo Atti anch’esso del XVI secolo, la cisterna medievale per la raccolta delle acque piovane, le due porte principali: la Porta Tuderte con cortile e scalinata monumentale all’interno e la Porta Orvietana detta anche Guardiola o Portella.

Ma la Piazza Belvedere, con il suo panorama che spazia dai Monti Cimini al Monte Amiata, è quella dove resteresti, ore ed ore, a rilassarti e a chiacchierare, seduto sul muretto, come abbiamo fatto noi.

Ed anche la terza tappa si era conclusa!

Quarta tappa da Civitella del Lago a Baschi: I sentieri di Bacco

Km 13; difficoltà facile; dislivello 282 mt in salita e 589 mt in discesa

Finalmente! Di tutto il cammino questa è l’unica tappa considerata ”facile” e ci vien da pensare che ne avevamo bisogno.

Lasciata la ridente Civitella, seppur a malincuore, ci siamo incamminati, di buon mattino, verso la nostra prossima meta.

Il sentiero, che stavamo seguendo, sembrava planare tra ulivi e orizzonti fantastici, sempre avendo il lago di Corbara alla nostra destra e, come se non bastasse, il sentiero era reso affascinante dallo spettacolo delle viti intrecciate che si perdevano a vista d’occhio.

cammino dei borghi silenti: viti intrecciate

Sicuramente le nostre gambe e la nostra resistenza, nei giorni scorsi, è stata messa a dura prova ma questa tappa sembrava un po’ una ricompensa per recuperare le energie.

Infatti quello che fa la differenza in un Cammino è il susseguirsi degli sforzi quotidiani che, cumulati fra loro, si avvertono sul fisico, soprattutto se non sei giovanissimo 😊ma, nello stesso tempo, ti temprano per continuare senza timore il tuo percorso.

Il ritrovarsi tra giovani, giovanissimi, esperti camminatori ed altri, come noi, volenterosi ma alla loro prima esperienza di Cammino, ti incoraggia, ti rassicura e ti rende “quasi invulnerabile” perché ti senti unito nell’animo agli altri viandanti e percepisci che anche gli altri apprezzano la grinta che mostri, pur stanco, per raggiungere la meta finale e li senti molto vicini perché alla fine, giovane o meno giovane, (e vi erano diversi giovanissimi che arrancavano) è la forza del pensiero che permette la riuscita anche se, sicuramente, ci vuole dell’allenamento.

Mentre eravamo immersi nei nostri pensieri, quasi senza accorgercene, eravamo arrivati a Cerreto, l’undicesimo borgo silente, da dove si gode una splendida vista sul lago.

cammino dei borghi silenti: cerreto
cammino dei borghi silenti: cerreto vista lago

Ne approfittiamo subito per fare riserva d’acqua ed un giro per il borgo, immortalandolo in ogni suo angolo.

Dopo la visita del borgo, riprendiamo il cammino ed in breve raggiungiamo una vera chicca rappresentata dalla Cantina vinicola Barberani.

cammino dei borghi silenti: cantina barberani

La fermata era d’obbligo visto che coloro in possesso delle credenziali di viandante potevano usufruire di degustazione gratuite di vini pregiati.

Naturalmente potevamo noi rifiutare tutto ciò?

Ovvio che no!

Pertanto, con una piccola deviazione dal percorso ufficiale, eccoci arrivati alla cantina.

Qui troviamo altri compagni di cammino, tutti in attesa, come noi, di assaporare i vini che vengono prodotti in questa zona.

Le degustazioni (cinque in totale) proseguono e scegliere quale sia il vino migliore da acquistare è davvero un’impresa ardua.

cammino dei borghi silenti: cantina barberani degustazione

Alla fine optiamo per una tipologia di vino e ne compriamo una bottiglia che il proprietario della cantina farà trovare al termine del percorso nella sede dell’Amerini Trekking.

Perfetta organizzazione!

Dopo aver chiacchierato con i nostri, quasi amici, viandanti, riprendiamo il cammino e, sarà l’effetto del breve percorso da affrontare, sarà l’effetto di camminare finalmente in piano, sarà l’effetto del vino, che arriviamo alla meta della quarta tappa, quasi sena rendercene conto.

Eccoci così a Baschi, il dodicesimo borgo silente, che appare “fieramente abbarbicato” su una roccia che domina le anse del fiume Tevere.

Anticamente chiamata “Veascium”, nel periodo romano, famosa secondo Diodoro di Sicilia perché qui i Galli, capeggiati da Brenno, furono battuti dalle truppe di Furio Camillo.

Era una zona densamente popolata come risulta dai tanti ritrovamenti di reperti archeologici.

Con il passare del tempo, si sviluppò una Signoria che fu detta dei Baschi (è quasi certo che fossero di origine longobarda), legata alla causa ghibellina, e sembra che fu coinvolta in tutti i più importanti avvenimenti succedutesi nel corso della storia dell’Italia centrale.

Il potere e l’influenza di questa famiglia era davvero notevole con possedimenti in Umbria, Marche e Toscana tanto che, persino, Machiavelli ne parla nella sua Storia di Firenze.

A differenza delle precedenti volte, questa volta ci siamo fermati in un b&b superfantastico in cui ogni stanza aveva le pareti e arredo di colore diverso e la nostra era “Rosa”.

cammino dei borghi silenti: baschi b&b

Tutto molto romantico!

Dopo il riposo, il nostro giro per il borgo non poteva mancare.

cammino dei borghi silenti: baschi il castello
cammino dei borghi silenti: baschi il borgo

Di particolare interesse, oltre al centro storico medievale, c’è la chiesa parrocchiale di San Nicolò della seconda metà del ‘500, il Convento di Sant’Angelo di Pantanelli e l’Antiquarium comunale.

In serata, per raggiungere una trattoria esterna dove ritrovarci con gli altri viandanti, abbiamo percorso un tratto di strada da dove si ammirava, sotto un magnifico cielo stellato, in lontananza Baschi con le sue mura ed il suo castello.

Una vista incantevole con le luci che lo illuminavano!

cammino dei borghi silenti: baschi panomara

Più che soddisfatti per l’ottimo cibo gustato e per quella magnifica vista, abbiamo concluso anche questa tappa.

Avanti con la prossima!

Quinta tappa da Baschi a Tenaglie: Le colline del sole

Km 16,3; difficoltà media; dislivello 614 mt in salita e 461 mt in discesa

Il giorno dell’ultima tappa da affrontare era arrivato ed i sentimenti erano un po’ contrastanti: un misto tra sollievo per la conclusione vicina del Cammino e del meritato relax e rammarico perché questa avventura, nonostante le difficoltà affrontate, è stata vissuta così intensamente che ci mancheranno i nostri amici viandanti.

Il mattino ci ha trovato carichi di entusiasmo anche perché ci aspettava una super abbondante colazione da condividere con gli altri viandanti, conosciuti nel Cammino ed è stato un altro bel momento di confronto prima di rimetterci tutti in cammino.

cammino dei borghi silenti: abbondante colazione

Seguendo pedissequamente la nostra guida cartacea, ricevuta su nostra richiesta dall’ideatore del percorso, abbiamo provveduto a fare scorte d’acqua in quanto non ne avremmo trovata per due terzi del percorso.

Seguendo le nostre ormai immancabili “frecce gialle”, abbiamo attraversato vigne e uliveti, prati e campi coltivati che conferivano al terreno forme geometriche di colori diversi.

cammino dei borghi silenti: forme geometriche
cammino dei borghi silenti: forme geometriche2

Arrivati sul bordo di un vallone, dopo una ripida discesa, siamo giunti alla “Necropoli Umbro-Etrusca di San Lorenzo” dove abbiamo potuto ammirare le antiche tombe e cogliere l’occasione per un break.

Prima di arrivare al successivo borgo, era prevista una piacevole deviazione al percorso, un posto che non potevamo assolutamente mancare, la visita all’Oleificio Bartolomei con l’annesso museo dove una gentilissima signora ci ha accolti come guida.

cammino dei borghi silenti: oleificio

Ci sono stati mostrati nel museo, ampiamente illustrati, numerosi attrezzi dai più antichi a quelli meno antichi, utilizzati nel frantoio di famiglia per la raccolta e lavorazione delle olive.

Veramente molto interessante!

Successivamente, ci sono stati mostrati nel negozio adiacente, tutti i prodotti alimentari ed affini prodotti con l’olio raccolto. Anche qui, come per la Cantina visitata, c’era l’imbarazzo della scelta su dove convergere per un eventuale acquisto, soprattutto dopo la squisita degustazione gratuita che, per noi viandanti, ci veniva offerta.

cammino dei borghi silenti: oleificio museo
cammino dei borghi silenti: oleificio museo orci

Ottime bruschette condite con olio extra vergine di oliva ed accompagnato da un calice di buon vino locale ci aspettavano!

cammino dei borghi silenti: oleificio degustazione

Come resistere?

E dopo poco siamo arrivati al bellissimo borgo di Montecchio, che troveraiinserito nell’elenco dei borghi più belli d’Italia.

Montecchio conserva ancora intatto il carattere di borgo medievale con i vicoli piccoli e stretti e le mura di cinta poderose ed è un piacere perdersi tra essi tra uno scatto e l’altro.

cammino dei borghi silenti: montecchio scorci

Molto caratteristico è stata la scoperta di un particolare Laboratorio artigianale che ti consiglio di visitare: il Laboratorio “Arte dell’intreccio” di Andreina a David che ti lascerà stupefatto!

cammino dei borghi silenti: montecchio arte intreccio

Tra monumenti e luoghi di interesse potresti dare uno sguardo anche alla chiesa di Santa Maria Assunta edificata tra il ‘400 e il ‘500 ed al castello.

Terminata la visita a Montecchio, abbiamo ripreso il percorso per gli ultimi quattro chilometri che ci separavano dal punto di arrivo e fine tappa, cioè da Tenaglie.

Grande è stata la gioia e l’emozione quando abbiamo visto il “cartello stradale” che indicava l’inizio del centro abitato di “TENAGLIE”.

cammino dei borghi silenti: tenaglie fine cammino

Poche centinaia di metri ci separavano dal completamento di questo percorso ad anello.

Non ricordiamo perché la tappa è chiamata “Colline del sole” ma, sicuramente, per noi leggere quel cartello è stato come vedere il “Sole” che ci annunciava “Ce l’avete fatta!”.

Sembrava quasi che avessimo riacquistato tutte le forze e le energie spese durante il Cammino!

Velocemente ci siamo diretti verso la sede dell’ Amerini Trekking, dove abbiamo incontrato alcuni dei nostri compagni di viaggio che avevano già ultimato il cammino.

La soddisfazione per l’impresa terminata era tanta per tutti e le reciproche congratulazioni per il traguardo raggiunto ci facevano sentire più che mai “uniti”.

Man mano arrivavano altri compagni di Cammino ed eravamo tutti lì, pronti ad accoglierli, per festeggiare insieme e condividere insieme quell’ultima colazione a sacco, tra una chiacchiera e l’altra, prima che ognuno riprendesse le proprie auto, parcheggiate in zona, per riprendere la strada del ritorno.

L’apposizione dell’ultimo timbro sulle credenziali nella sede e la relativa consegna della “Pergamena” attestante il compimento dell’intero Cammino dovevano essere immortalati con foto di rito.

cammino dei borghi silenti: tenaglie ritiro pergamena

Ancora un saluto ai compagni che, per cinque giorni, hanno condiviso con noi difficoltà e incoraggiamenti, gratificazioni e relax e ognuno di noi è ripartito con, negli occhi di ognuno, un implicito messaggio tacito : “al prossimo cammino!”

Perché per quanto faticoso, soprattutto per noi che eravamo alla prima esperienza e non sapevamo bene cosa aspettarci, un “Cammino” ti arricchisce tanto al punto che, almeno per noi, nonostante lo avessimo appena terminato, già pensavamo al prossimo da percorrere, magari questa volta anche partendo in compagnia di Viandanti come noi.

Consigli e riflessioni

Questa nostra prima esperienza di Cammino è stata sicuramente positiva!

Il Cammino è un’esperienza diversa da chi ha pratica solo di escursioni giornaliere, come era per noi, eravamo consapevoli che avremmo potuto riscontrare difficoltà, non tanto per la lunghezza o per il fondo sassoso e ripido in salita o in discesa, ma per il carico dello zaino sulle spalle per tanti giorni consecutivi.

Altro è portare uno zainetto con colazione a sacco, bastoncini da trekking e poco altro, altro è portare l’occorrente per più giorni, sapendo che ti sposti di giorno in giorno e che non hai esperienza di cosa ti potrebbe mancare e vorresti prevenire ogni possibilità di rischi in cui potresti incorrere.

Inoltre il nostro Cammino attraversava Borghi, quasi del tutto abbandonati, dove erano pochi gli alimentari o negozi o farmacie che si potevano trovare, anche se ben segnalate nella guida.

Nella considerazione che la settimana scelta era a cavallo di un ponte, già si sapeva che alcuni esercizi potevamo essere chiusi e bisognava organizzarsi preventivamente.

Avevamo acquistato due zaini da 40 litri, specifici per trekking di più giorni, ma, sicuramente, per l’ansia che ci mancasse qualcosa, li avevamo caricati eccessivamente visto che, nonostante cercavamo di ridurli allo stretto necessario, il peso complessivo per ognuno era di almeno 10 kg.

Senza contare il peso extra delle nostre reflex, amiche irrinunciabili dei nostri viaggi (almeno 1 kg e mezzo quasi in più).

Sicuramente per il prossimo Cammino i nostri zaini saranno organizzati meglio!

L’esperienza ci ha dimostrato che, scegliendo donativi, opportunamente prenotati in notevole anticipo, si possono richiedere lenzuola e asciugamani e nei bagni si può chiedere conferma di trovare il necessario per doccia e shampoo, tutto peso superfluo che abbiamo portato con noi.

Per il resto, come abbiamo sempre fatto nei nostri viaggi, abbiamo curato tutta l’organizzazione in maniera impeccabile, provvedendo a prenotare non solo i donativi o, eventualmente altro, ma anche trattorie convenzionate per viandanti o cene consegnate a domicilio.

Possiamo dire che consiglieremmo a tutti di percorrere almeno un Cammino nella vita perché è un percorso di crescita interiore oltre che una sfida di resistenza fisica.

Sicuramente occorre studiarsi il percorso con grande attenzione perché alcuni Cammini, come il nostro, non consentono tanti ripensamenti o opportunità di ripiego, se le forze vacillano, almeno se non si arriva ad un borgo in cui arrivi un’eventuale corriera.

Ma se desideri vivere questa esperienza e hai un po’ di allenamento e buona salute, non demordere per l’età che potresti avere, più o meno avanzata, non rimandare oltre, approfitta del tempo che hai e vivi la magica esperienza del Cammino.

Vedrai che ne sarà valsa comunque e sempre la pena!

Magari, come noi, al ritorno dal primo che farai, già vorrai programmare il prossimo!

Ora nel salutarti, come sempre, mi faresti cosa gradita se condividessi l’articolo “Il Cammino dei borghi silenti” sui tuoi social, dando l’opportunità ai tuoi amici di scoprire questa meta o di suggerirne altre.

Ciao!

Questo articolo ha 6 commenti

  1. Massimo

    Un racconto bellissimo di un avventura sicuramente da provare , grazie Alberto e Patrizia ❤️

    1. albymus

      Ciao Massimo e grazie per il commento ….sicuramene è un cammino diverso dagli altri in quanto ti permette di stare più a contatto con il tuo essere interiore visto che hai poche “distrazioni” esterne 😀

  2. Antonella

    Bellissimo racconto pieno di dettagli, sembrava quasi di condividere l’esperienza dal vivo insieme a voi… 👏

    1. albymus

      Mi fa molto piacere che tu lo abbia letto, l’idea era quella di trasmettere le nostre emozioni!

  3. Pasquale

    Sono alla ricerca da un po’ di tempo di fare “ il salto “ e passare da trekking quotidiano i anche se impegnativi ad un cammino vero e proprio . Sento forte questo desiderio e per Settembre vorrei cercare di realizzare questo sogno o forse questa semplice necessità . Per cui vi ringrazio per l’energia e l’entusiasmo trasmessi che hanno confermato tutte le mie aspettative .

    1. Patrizia Greco

      Ciao Pasquale, mi fa piacere che, con il nostro articolo, ti abbiamo caricato di entusiasmo.
      E’ lo sprint necessario per iniziare, quello che abbiamo percorso è stato impegnativo, almeno per noi, ma ci ha lasciato, in ogni caso, talmente entusiasti che sicuramente ne faremo altri. Buon cammino allora!

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