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Le città del tufo in 3 giorni

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Alla scoperta della bassa maremma toscana tra i borghi più belli d’Italia.

Ben trovato, la fase 2 decisa dal Governo è ormai operativa da diversi giorni, lentamente si allargano le maglie delle restrizioni imposte e, seppur vero che non si può ancora viaggiare da una Regione all’altra se non per comprovati motivi, la speranza è che si possa tornare a muoversi come più desideriamo.

In vista di una prossima ripresa e lungi dal voler andare all’estero, ho pensato di proporti un itinerario di 3 giorni tra le città del tufo nella bassa maremma che è ciò che tutti noi ci auspichiamo molto presto di realizzare.

A tal proposito, e qui sono fortunati gli abitanti della Toscana, esiste un borgo, tra le città del tufo, non molto noto che, oltre ad essere bello da visitare, è anche un’ottima base per spostarsi tra le città del tufo alla scoperta di luoghi che, nel corso degli anni, sono rientrati tra i borghi più belli d’Italia ma non finisce qui perché, tra le escursioni che potrai fare, ti farò rilassare nelle fantastiche terme libere di Saturnia.

le città del tufo: scorci vari

Montemerano e la sua caratteristica pianta a forma di cuore

Montemerano, la nostra base di partenza alla scoperta delle città del tufo, è un borgo medievale immerso nella bellissima maremma toscana.

Rimasto completamente intatto al passare dei secoli, sorge nei luoghi dove, un tempo, vivevano gli Etruschi ed, ancor oggi, il suo centro storico, stretto tra tre cinte murarie, conserva l’impianto dell’epoca.

La prima cerchia più interna ed antica racchiude la parte alta del Paese, quella chiamata “castello”, mentre la seconda, fortificata dai Senesi, con tre torrioni circolari, protegge il quartiere sorto, intorno al 1200, sotto la rocca aldobrandesca.

La terza cerchia fu costruita per completare l’assetto difensivo, intorno alla prima metà del 1400, ed il panorama che potrai ammirare da questa è davvero suggestivo in quanto spazia dal Monte Amiata all’Argentario.

Passeggiando per il centro, percorrerai tanti vicoletti che ti condurranno negli angoli più nascosti del paese, scoprendo piazzette incastonate tra antichi palazzi in pietra e godendo di scorci panoramici incredibili.

le città del tufo in 3 giorni: Montemerano

Punto di arrivo e di partenza per iniziare questo giro sarà senza dubbio la Piazza del Castello, l’antica piazza d’armi del castello, forse, la più rappresentativa di Montemerano. Vi si accede attraversando un grande arco e sono certo rimarrai meravigliato da ciò che ti apparirà davanti:

un luogo fuori dal tempo, tra edifici in pietra di origini medievali come il palazzo degli Aldobrandeschi e la torre quadrangolare alle sue spalle.

Ti starai chiedendo dove si trova il castello?

In realtà non esiste in quanto tutto l’insieme degli edifici che si trova intorno alla piazza, un tempo, fungevano da “castello”.

Oltre al Palazzo degli Aldobrandeschi potrai vedere il palazzo del podestà e lo slargo che ospitava, un tempo, il forno.

Se sei un appassionato di fotografia, sono certo che potrai sbizzarrirti ad immortalare gli scorci più suggestivi che il borgo offre.

Poco distante, a completare il nucleo originario, ci sono altre due Piazze: Piazza del Forno e Piazza del Campanile anch’esse molto carine da visitare.

Montemerano: Piazza del Campanile

Il mio consiglio è di passeggiare senza una meta precisa perché la bellezza del posto è tale che deve essere “assaporata” poco per volta, scoprendone gli angoli più nascosti.

Girando arriverai alla bellissima Chiesa di San Giorgio, uno dei più importanti monumenti di arte romanica di tutta la Maremma, situata proprio nel cuore del borgo in Piazza della Chiesa, costruita intorno al ‘300 e modificata in epoca rinascimentale, ad unica navata, ospita importanti opere tra cui una Madonna della Gattaiola risalente al 1400 che ha la particolarità di essere stata dipinta direttamente su una porta con un foro, in basso a destra, per far passare i gatti.

Montemerano: Piazza della Chiesa

Terminata la visita di questo bellissimo borgo, potrai andare alla scoperta di tre importanti centri conosciuti come

Le Città del Tufo

Questa denominazione nasce dal fatto che i tre centri sorgono arroccati su speroni di roccia di tufo di cui la bassa maremma è piena.

Pitigliano

Situato in provincia di Grosseto, questo bellissimo Borgo medievale è conosciuto anche come “La Piccola Gerusalemme” per il quartiere ebraico. È un centro le cui origini affondano direttamente all’epoca etrusca. Pitigliano è il centro più grande fra le città del tufo ed è tranquillamente visitabile in circa tre ore ma, se vuoi gustarne appieno tutte le sfaccettature, soffermandoti magari tra i tanti vicoli, ti consiglio di dedicarvi qualche ora in più alla sua scoperta.

Le città del tufo in 3 giorni: panorama di Pitigliano

Dagli Etruschi, oltre alle evidenti tracce che si scorgono passeggiando per il centro storico e nei dintorni – non perderti le necropoli – ha ereditato il peculiare ed ingegnoso sistema di strade noto come “Vie Cave”, scavate direttamente nella roccia di tufo che, come altre, rappresenta un’attrazione da non perdere.

Il centro storico si sviluppa su tre strade principali che corrono parallela ossia Via Roma, Via Vignoli e Via Zuccarelli che, pertanto, sono un buon punto di partenza per l’esplorazione.

Da vedere la principale chiesa cattolica, principale luogo di culto di Pitigliano, la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Costruita intorno al 1200, successivamente modificata, ha l’interno barocco mentre la facciata in stile tardo-barocco.

Altra chiesa che ti consiglio di visitare è la piccolissima Chiesa di San Rocco, costruita intorno al 1500, più volte rimaneggiata, definitivamente chiusa intorno al 1800 e ceduta a privati che la utilizzarono per costruire unità abitative. Ciò nonostante è ancora possibile accedervi e potrai così ammirare la struttura divisa in tre strette navate.

A seguire recati verso il Palazzo Orsini, sede del Museo Civico archeologico, un edificio fortificato risalente al 1100 nonché uno dei simboli del borgo per l’insieme di torri unite al torrione centrale e la lunga fila di merletti.

le città del tufo: palazzo orsini a Pitiglilano

Inizialmente costruito per essere un convento, fu in seguito acquistato dalla famiglia Aldobrandeschi per scopi di difesa e protezione e, solo successivamente, trasformato in elegante residenza nobiliare dalla famiglia Orsini.

Infine non perderti l’Acquedotto Mediceo, composto da 15 archi, di cui i primi due veramente enormi. La costruzione dell’acquedotto fu iniziata intorno al 1500 ma, per varie difficoltà dovute al territorio, fu completata intorno al 1640 ed in quel periodo il borgo era già della famiglia dei Medici, ecco spiegatone il nome.

Dall’acqua portata dall’acquedotto, nella sua parte terminale, ne trova giovamento la Fontana delle sette cannelle, costruita intorno al 1545, composta da cinque arcate rivestite di tufo, molto particolare.

Come già detto, Pitigliano era chiamata anche la “piccola Gerusalemme” per via di un’antica comunità ebraica risalente al ‘600 che, nel corso del tempo, ha edificato edifici e strutture legate al culto della comunità.

Questa comunità, un tempo molto affollata, a partire dall’Unità d’Italia si è sempre più ridotta fino a poche decine di persone, durante l’ultima guerra.

La tua visita del borgo prosegue con l’esplorazione del quartiere ebraico ed, ovviamente, ti consiglio di iniziare visitando la Sinagoga.

Circondata da negozietti che vendono prodotti tipici, la Sinagoga fu costruita alla fine del 1600. In questa struttura potrai vedere la sala dove veniva svolta la funzione religiosa e da un soppalco potrai avere uno visione d’insieme sull’intera stanza con il pulpito al centro ed i banchi disposti a semicerchio e gli armadi e le suppellettili utilizzate per svolgere le funzioni.

le città del tufo: scorci panoramici

Oltre alla Sinagoga, nel quartiere ebraico, potrai visitare la “Cantina Kasher” dove veniva prodotto il vino da essere consumato secondo i dettami del rito ebraico.

Terminata la visita alla cantina, risali al piano superiore dove ti attende la visita alla “sala del bagno rituale” ed al “Macello Kasker” dove un esperto macellava le carni secondo i riti ebraici che trovavano fondamento in una minuziosa descrizione nella Torah.

Prima di allontanarti dal quartiere, degni di nota sono:

il “Forno delle Azzime”, utilizzato per la cottura dei dolci e del pane azzimo. Pensa che questo forno veniva aperto soltanto una volta all’anno durante i riti pasquali e l’ultima volta risale all’anno precedente lo scoppio della guerra;

la “Tintoria”, dotata di grandi vasche ed impiegata da tutta la comunità come conceria e tintoria in quanto gli ebrei erano commercianti e tessitori.

scorci panoramici delle città del tufo

Dopo Pitigliano ed aver pranzato in uno dei tanti ristorantini tipici del borgo, ti consiglio spostarti per continuare il nostro itinerario nelle città del tufo visitando il piccolo borgo di

Sovana

Sicuramente meno noto di Pitigliano, anche questo è uno splendido borgo, risalente agli etruschi e vanta una storia millenaria.

le città del tufo in 3 giorni: Sovana

Per certi versi ha seguito le stesse sorti di Pitigliano anche se non è stata così fortunata, passando dagli Aldobrandeschi agli Orsini, dai Senesi ai Medici. Purtroppo, dopo varie sfortunate vicende, la comunità venne sciolta per essere poi inglobata nel Comune di Sorano, di cui oggi è una frazione.

Questo ha comportato uno spopolamento ed un abbandono costante e, ad oggi, pochi edifici sono sopravvissuti alle varie vicende storiche.

Da vedere c’è il “Duomo”, dedicato a San Pietro, risalente all’anno mille, che ha la particolarità di un portale ricco di decorazioni scolpite tra cui si distinguono un cavaliere con spada e scudo, una croce con braccia a spirale, due pavoni che bevono da una fonte ed una sirena.

Sovana la chiesa

L’interno è imponente con uno stile che va dal romanico al gotico, degni di nota sono i capitelli delle colonne mentre nella navata di destra è collocata l’urna di San Mamiliano, risalente al 1490, ma anche la cripta, la parte più antica della chiesa, e da cui si accede tramite scalette nei pressi del presbiterio, è degna di essere visitata.

Anche a Sovana è presente una “Rocca Aldobrandesca”, sorge sulle fondamenta del castello che la famiglia edificò intorno all’anno mille. Il complesso comprendeva un palazzo, alto tre piani, con una torre detta “della luna”, piazzetta interna, un forno, un deposito di grano ed una cisterna per l’acqua, il tutto all’interno di un perimetro di mura merlate.

Il fulcro del paese è, comunque, la piazza principale dove si affacciano il palazzo comunale, il palazzo bourbon del Monte, la loggia del capitano, il palazzo pretorio e due chiese.

Sovana: scorci del borgo

L’abitato di Sovana si raccoglie attorno alla sua piazza principale, sulla quale affacciano il Palazzo Comunale riconoscibile per il campanile a vela e l’orologio, l’ex Chiesa di San Mamiliano, Palazzo Bourbon del Monte, la Chiesa di Santa Maria, la Loggia del Capitano adornata dallo stemma di Cosimo I Medici e Palazzo Pretorio.

Una curiosità, anzi due!

La prima ha come protagonista San Mamiliano:

Devi sapere che questo Santo, Patrono di Pitigliano, Sovana e Sorano, dopo essere fuggito ai Vandali da Palermo, di cui era Vescovo, verso la Sardegna e, successivamente, verso la Toscana, l’ultimo periodo della sua vita lo trascorse presso l’Isola di Montecristo dove morì.

Orbene, nel corso di alcuni scavi archeologici nel 2004, nel sottosuolo della chiesa di San Mamiliano a Sovana, venne rivenuto un tesoro di ben 498 monete d’oro in un piccolo vaso. Tale ritrovamento fu associato al celebre “tesoro di Montecristo” descritto da Alexandre Dumas nel suo romanzo.

Dumas si basò sulle leggende popolari che raccontavano di un tesoro nascosto nel monastero di San Mamiliano nell’Isola di Montecristo ed, in effetti, il tesoro nel monastero c’era solo che non si trovava a Montecristo ma a Sovana.

La seconda curiosità ha invece come protagonista nientedimeno che il Paladino Orlando:

Ebbene, devi sapere che, ad un paio di chilometri sulla strada che unisce Sovana a Sorano, c’è una formazione rocciosa che ricorda il pugno chiuso di una mano.

Sull’aspetto di questa roccia è nata la leggenda del Paladino Orlando. Pare infatti che quando Carlo Magno assediò Sovana, aveva al suo seguito anche Orlando. L’impresa da compiere si era rivelata più ardua di quel che pensassero ed Orlando, ritiratosi in preghiera, avrebbe stretto in mano quella pietra così forte da lasciare impressa la forma del suo pugno.

Dopo Sovana, a questo punto, si sarà fatta sera per cui dopo averne ammirato il tramonto è il momento di rifocillarti con una lauta cena e di riposarti perché il mattino seguente ti aspetta l’ultima delle tre città del tufo ossia

Sorano la “Matera toscana”

È definita come la “Matera della Toscana”, per la particolare caratteristica degli edifici rupestri, scavati nel tufo, che ricordano i celebri Sassi. Storicamente Sorano, legata alle sorti della vicina Pitigliano, distante pochi chilometri, è stato prima un possedimento Aldobrandesco e via via, nel tempo, passato di mano in mano agli Orsini, ai Senesi ed infine ai Medici.

le città del tufo in 3 giorni: Sorano

Sorano ha una marcia in più che lo differenzia dagli altri borghi, la vicinanza di tutta una zona termale a pochi chilometri dal paese, conosciuta fin dal medioevo quando fu costruita la Pieve di Santa Maria dell’Aquila proprio sopra una delle sorgenti.

Il centro storico è incantevole e le mura che cingono il paese e che costituivano il sistema difensivo del borgo sono a tratti incorporate nelle pareti esterne di alcuni edifici. Affacciandosi dalle mura o dai vari belvedere è possibile osservare gli scorci meravigliosi sulle gole circostanti.

Due sono le porte di accesso al paese:

la “Porta di Sopra”, detta anche Arco del Ferrini, preceduta da una piazza da cui è possibile osservare un panorama a dir poco spettacolare, si trova ai piedi della fortezza Orsini;

la “Porta dei Merli”, detta anche Porta di Sotto, ai piedi del “Masso Leopoldino”, è una fortificazione risalente al periodo in cui dominavano i Lorena.

Oltrepassate le porte, si arriva rapidamente nel centro storico con caratteristici vicoli stretti che si adattano ai vari dislivelli della rupe.

Sorano: l'entrata nel borgo

Assolutamente da non perdere la “Fortezza Orsini”, una costruzione militare realizzata intorno al 1300, costituita dal possente mastio e da due torrioni. Attraversando il ponte, si entra nel cuore della fortezza e qui, un tempo, sorgevano due mulini utilizzati per la macinazione del grano ma anche per la realizzazione della polvere da sparo, i magazzini per gli alimenti, gli alloggi per i lavoranti, l’armeria e la sacrestia.

Oggi ospita il Museo del Medioevo e del Risorgimento. Interessanti sono anche i sotterranei con le gallerie ed i passaggi che collegano le varie parti dell’edificio. Se poi vuoi osservare un panorama mozzafiato sull’intero borgo e sul territorio circostante allora devi assolutamente affacciarti dalla fortezza.

Sorano: scorci del borgo

Degno di nota è anche il “Masso Leopoldino” una fortificazione del 1700 in onore di Leopoldo di Lorena. Questa fortificazione è stata realizzata nella parete di tufo lavorando e levigando la roccia. Ad essa fu aggiunta nella parte sovrastante la “Torre dell’Orologio” a pianta quadrata con l’orologio tuttora funzionante.

Naturalmente anche nei dintorni delle città del tufo c’è tanto da vedere per le testimonianze etrusche presenti e le Necropoli.

Ma come ti avevo promesso, al principio dell’articolo, il tuo week lungo non finirà di stupirti!

Cultura e arte, nelle città del tufo, si sposano bene ma se vi aggiungi un pizzico di relax potrai tornartene pienamente gratificato.

Questa zona gode anche di fonti termali per cui, qualora decidessi di visitare i paesi del tufo, in qualunque periodo dell’anno, ti invito a trascorrere qualche ora presso

Le terme libere di Saturnia altrimenti dette Cascate del Mulino o Gorello

Saturnia è un altro borgo facente parte della zona tufacea in cui con Patrizia abbiamo soggiornato ma non starò qui a descriverti la località mentre, invece, voglio raccontarti della nostra esperienza a queste particolari terme.

Per essere famose lo sono, non so dirti se a livello mondiale ma certamente posso garantirti a livello europeo. Si trovano a pochi chilometri dal Comune di Saturnia ed a pochissimi chilometri da Sorano e Pitigliano.

Sfortunatamente non ci sono mezzi pubblici diretti per raggiungerle in quanto si trovano in aperta campagna, praticamente in mezzo al nulla, pertanto l’unico modo di arrivare, in breve tempo, è con l’automobile ma in compenso potrai usufruire dell’adiacente grande parcheggio totalmente gratuito e, qualora volessi, anche del bar ristorante con docce a pagamento presente in loco.

I chilometri che farai saranno appagati da una vista fantastica perché, percorrendo la dritta strada provinciale che collega Montemerano a Saturnia, arriverai ad una grande curva da cui potrai già ammirarle in tutta la loro spettacolare selvaggia bellezza.

Vedrai una cascata di acqua calda solfurea a 37,5° tuffarsi in vasche naturali, scavate ne corso dei millenni dall’erosione dell’acqua tra densi vapori che le avvolgono. Sarai abbagliato dal fondersi dei colori tra l’azzurro dell’acqua e lo scintillante bianco delle rocce illuminati dal sole, se come noi, vi arrivi con il bel tempo e, mentre contempli un simile spettacolo, con la mente sei già immerso in quelle acque ricchissime di proprietà benefiche e curative.

le terme libere di Saturnia

Non esistono limitazioni di orario perché oltre ad essere gratuite le “terme” sono aperte 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. È una sensazione bellissima poter farvi il bagno di giorno e lasciarti avvolgere dai vapori ma se ti immergi di notte, con il chiarore della luna e delle stelle, o d’inverno quando fuori fa freddo l’esperienza che vivrai sarà indimenticabile e troverai quella pace dei sensi, quell’appagamento nel tuo totale relax che ti farà dimenticare il caos della tua quotidianità.

L’unica attenzione da porre è verso il fondale che potrebbe essere scivoloso per cui è consigliabile l’uso di scarpette da scoglio. Le vasche sono ampie e numerose ed avrai la possibilità di spostarti da una vasca all’altra perché l’acqua fluisce a cascata a vari livelli di vasca in vasca ed ognuna di esse raggiunge temperature diverse.

Purtroppo durante i weekend troverai il maggior affollamento che si accresce ulteriormente in estate per cui se ne avessi la possibilità, ti consiglierei di andarci durante un giorno feriale magari in primavera o in autunno ma se sei temerario anche in inverno.

le terme libere di Saturnia2

Potrei descriverti l’aspetto scientifico di queste acque solfuree ma preferisco lasciarti documentare da solo, invece preferisco farti coinvolgere da quello leggendario romantico che riguarda queste terme. Esistono varie leggende che narrano della sua nascita e, fra le tante, ti cito quella che preferisco:

“Sembra che, un tempo, quando esistevano gli dei e gli eroi nell’Olimpo, la casa degli dei, infuriasse una guerra tra il dio Saturno e Giove, suo figlio.

Al termine di questa guerra, Giove detronizzò Saturno che finì per vagabondare lungo tutta la penisola italica prima di fermarsi in Maremma. Giove adirato contro Saturno scagliò un fulmine che, colpendo la zona delle terme, creò un cratere vulcanico e fece sgorgare la fonte termale.”

Per placare ogni altra curiosità in merito devi sapere che, al di là della leggenda, sembra che il nome della città termale derivi dal nome della divinità autoctona delle acque, la Dea Aurina che dava il nome a questa località, venerata dagli Etruschi, successivamente con l’avvento dei romani, fu chiamata Saturnia, il nome romanizzato.

La visita alle Terme di Saturnia concluderà questi 3 giorni tra le città del tufo e ti permetterà di tornare dai paesi del Tufo e, in generale, dalla maremma toscana soddisfatto di avere potuto apprezzare alcuni tra i borghi italiani che assolutamente non potevano mancare nella tua conoscenza dell’Italia.

Ti sarai sicuramente reso conto che un weekend lungo come potrebbe essere un sabato, domenica e lunedì sia perfettamente in linea con il tempo occorrente ad esplorare la zona sopratutto se volessi ascoltare il mio consiglio di fare una tappa nelle rilassanti acque delle terme di Saturnia.

Se poi decidessi di sperimentare un modo di viaggiare alternativo ti consiglio di leggere il mio articolo sui Cammini Italiani relativo al “Coast to Coast” che tocca anche le città del tufo.

Ora ti saluto, invitandoti, come sempre, a seguirmi per nuove avventure ed a condividere le città del tufo sui tuoi social, dando la possibilità ai tuoi amici di conoscere aspetti e città forse poco conosciuti di questo nostro bel Paese.

A presto!

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