Al momento stai visualizzando Bellinzona

Bellinzona

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Svizzera
  • Commenti dell'articolo:0 commenti
Print Friendly, PDF & Email

Bellinzona tra Castelli e folklore

Ben ritrovato caro viaggiatore per i tuoi viaggichesogni oggi voglio parlarti di una località che, ammetto la mia ignoranza, prima di pianificare il viaggio in Svizzera non avevo mai sentito parlare. Mi riferisco all’incantevole città di Bellinzona.

Di Bellinzona piccola, ordinata e tranquilla cittadina ticinese oltre a non averne mai sentito parlare non sapevo nemmeno cosa aspettarmi quindi puoi immaginare la mia sorpresa quando ho scoperto che questa città possiede ben tre castelli, tutti nel raggio di pochi chilometri e che nel 2000 sono stati dichiarati patrimonio culturale  dell’Unesco. Così, dopo aver girovagato per Locarno e Lugano, il nostro ultimo giorno nella Svizzera Italiana è stato dedicato alla conoscenza di Bellinzona.

Catello di MontebbelloPartiti di buon’ora dal nostro campo base situato a Luino, dopo appena quaranta chilometri, giungiamo a Bellinzona, capoluogo ticinese, dirigendoci subito verso il Castello di Montebello o “il Piccolo”, situato poco distante dal centro, presso un’altura che domina la città ed il centro storico è visitabile gratuitamente così come il relativo parcheggio nei suoi pressi.

L’interno è essenzialmente spoglio anche se vi è stato creato un museo civico visitabile con una modica cifra e dove è possibile ammirare reperti archeologici delle necropoli preistoriche ticinesi. La visita del castello è affascinante e, per chi è appassionato di architettura medievale, sembra di respirare l’aria del tempo che fu e di vivere in un’altra epoca. Percorrendo il camminamento nella cinta muraria merlata possiamo godere di una splendida vista sul centro sottostante e sui prati intorno al castello dove, volendo, è possibile fare un pic-nic grazie anche ai tavoli e panche rigorosamente in pietra disseminati tutto intorno.

Molto bella da vedere è anche la manifestazione storica che ogni anno si svolge al castello e che prende il nome di “La Spada nella Rocca“. Una manifestazione formata da vari gruppi provenienti anche da altre nazioni e che ricostruisce fedelmente scene di vita medievale, tornei di spade e tiro con l’arco, cena medievale, mestieranti. La prossima edizione si terrà il prossimo 26 e 27 maggio tienilo presente se decidi di andare in quel periodo.

Il Castello di Sasso Corbaro

Ultimata la visita a Montebello procediamo col visitare il Castello di Sasso Corbaro  di “Untervaldo” che si trova un po’ più distante ed in alto rispetto agli altri. Il Castello è soprattutto una fortezza molto solida e compatta, di costruzione sforzesca, ma ugualmente affascinante perché risulta essere abbarbicata sopra uno sperone di roccia. Qui l’attenzione è rivolta al cortile, all’immancabile camminamento e ad una grande terrazza panoramica da cui si gode una vista fantastica sulla Valle del Ticino fino al Lago Maggiore. Questo castello ha al suo interno il Museo d’Arte e delle Tradizioni Popolari del Ticino.

Dopo i due castelli, riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il centro della città dove, trovato un parcheggio per l’auto, andiamo alla scoperta dell’ultimo castello di questa triade fantastica.

Castelgrande a BellinzonaCastelgrande, pur trovandosi in centro, si erge su una rupe non altissima ma che spicca sui palazzi circostanti. La struttura maestosa è circondata da mura poderose e, avvicinandosi, spiccano verso il cielo le due alte torri, la più periferica alta 27 metri chiamata “torre bianca” e la più centrale, un po’ più bassa, di circa 25 metri ma più larga chiamata “torre nera”, entrambe costruite in epoche diverse. Inutile dire che il panorama che si gode non ha nulla da invidiare a quello goduto dagli altri due castelli visitati precedentemente.

Scenografica è anche la recinzione orlata di merli dalla quale si stacca la murata che scende verso la città che all’interno nasconde cunicoli sovrapposti, mentre all’esterno sfoggia un lungo camminamento di ronda. Anche qui è presente un Museo contenente reperti storici, archeologici ed artistici della zona.

Bellinzona è sicuramente famosa per i suoi castelli ma anche il centro cittadino e le sue immediate vicinanze sono stati una piacevole scoperta. Il nostro tour è iniziato da una delle strade più animate della città: Viale della Stazione che, naturalmente, parte dalla stazione ferroviaria. Lungo questa strada si affacciano antichi palazzi ben restaurati ed il palazzo della posta ed al termine del viale giungiamo in Piazza della Collegiata dove sorge l’omonima chiesa in stile rinascimentale con un’imponente facciata in marmo.

Altre strade degne di nota che vi segnalo sono Via Nosetto e l’omonima piazza dove si trova il Palazzo Civico, Via Camminata, Piazza Indipendenza, Via Dogana, Piazza Governo dove si trova il Convento delle Orsoline. Piacevole è anche passeggiare sotto i portici di Via Teatro fino a raggiungere Via Codeborgo che sbocca nella Piazza del Sole dove si trova Castelgrande

Veduta di BellinzonaPoichè Bellinzona si visita facilmente in una giornata o al massimo due, se proprio vuoi procedere con relax, il mio consiglio è, se possibile, di andare il sabato in quanto vi si svolge il mercato settimanale con le bancarelle dai caratteristici tendoni a strisce rosse e blu che trasformano le vie del centro in un coloratissimo colpo d’occhio dove migliaia di persone, sia del posto che dei paesi limitrofi, si incontrano e si soffermano davanti alle circa 120 bancarelle degli espositori.

In questo mercato, che affonda le sue origini fino dal Medioevo, si può trovare veramente di tutto dai prodotti alimentari tipici e genuini ticinesi con le specialità di salumeria preparate secondo le antiche ricette casalinghe, gustosi formaggi delle valli con il buon pane locale ai prodotti dell’orticoltura e della frutticoltura regionale con primizie stagionali.

Oltre alle specialità gastronomiche ovviamente non possono mancare svariati oggetti, dalla chincaglieria ai vestiti, dall’antiquariato ai migliori prodotti dell’artigianato realizzati talvolta sul posto.

Una curiosità è rappresentata dagli oltre 25 ristoranti che, in occasione del mercato, propongono a mezzogiorno il cosiddetto “piatto del mercato” offerto a prezzi modici.

Dopo aver girato in lungo ed in largo per il mercato ed esserti inebriato dagli odori della gastronomia ticinese abbandonati alle tentazioni del palato assaggiando la vera specialità locale i “Bissoli”, dischetti di cioccolato ripieno di castagne che, per forma, somigliano ad un’antica moneta vecchia di qualche secolo. La particolarità è che nella parte superiore che raffigura una biscia di cioccolato bianco. Devi sapere che la biscia è il simbolo della città e che nel 500 era impressa sulle monete.

Allontanandosi dal centro storico è da visitare la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente al quattrocento, elegante e suggestiva al tempo stesso e che conserva un affresco rinascimentale realizzato su una vasta parete.

Il fascino di questa città medievale lo si riscontra anche dai dipinti di un grande pittore, come l’inglese William J. Turner, definito il pittore della luce, che ha lasciato numerose sue tele a Bellinzona oggi conservate alla Tate Gallery.

Il carnevale di Bellinzona

Sono tanti gli eventi che nell’arco dell’anno si susseguono a Bellinzona ma il più famoso è, senza dubbio, il Carnevale che qui viene chiamato “Rabadan”. Durante questo periodo, la città si trasforma completamente ed è, soprattutto, singolare conoscere da dove derivi il nome di Rabadan.

Sembra che questo termine sia comparso la prima volta nel 1874 e che derivi da un termine piemontese con un doppio significato: il primo significato è frastuono, baccano la cui origine risale all’epoca delle crociate quando i piemontesi appresero che, nei paesi musulmani, vigeva un periodo in cui, durante il giorno, era vietato mangiare e bere e si doveva solo pregare  ma dal tramonto e per tutta la notte si celebrava la festa ballando e cantando e, ovviamente, mangiando e bevendo, cosicchè i piemontesi ne colsero solo la parte serale, quella più “godereccia”, chiamandola Rabadan correlata ai bagordi. Il secondo significato, invece. è quello che indica un uomo ridotto male ed a cui mancano le forze come, appunto, accade ad una persona che digiuna.

Probabilmente avrò tralasciato altri aspetti di questa località e, pertanto, accetto critiche e consigli costruttivi che possano contribuire ad una  maggiore completezza di questo articolo.

Nel salutarti, come sempre, ti invito a leggere le guide che inserirò e ad esprimere commenti per far crescere questo blog ma anche a seguirmi su tutti gli altri canali.

Ciao.

 

Lascia un commento