Al momento stai visualizzando 2 giorni in abruzzo: Seconda tappa

2 giorni in abruzzo: Seconda tappa

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Abruzzo
  • Commenti dell'articolo:0 commenti
Print Friendly, PDF & Email

2 giorni in Abruzzo: Santo Stefano di Sessanio e Rocca Calascio

Ben trovato caro lettore, se hai letto il precedente articolo su Capestrano (e se non lo hai fatto corri a leggerlo) ti ho aggiornato sul weekend in Abruzzo che ci siamo regalati appena le condizioni relative alla pandemia lo hanno consentito.

In questa seconda tappa voglio raccontarti principalmente di Santo Stefano di Sessanio, splendido borgo medievale e citato nella classifica tra i borghi più belli d’Italia, punto di partenza per la destinazione che ci incuriosiva molto Rocca Calascio.

Da Capestrano siamo ripartiti, ben rifocillati, alla volta di Santo Stefano di Sessanio, distante poco meno di 25 km, a circa una mezz’oretta.

Era questa la sede del nostro alloggio prenotato tramite Booking.

Una location fantastica, “La Casa Sù Le Dimore Del Borgo“, ampia, curata nei particolari con le travi di legno sul soffitto e piccole finestre che affacciavano sul piazzale antistante molto carino ed attrezzato sia per adulti che per bambini.

2 giorni in abruzzo: la casa sù le dimore del borgo

Cito solo alcuni tra i particolari che hanno colpito la nostra attenzione: una sedia in legno come quelle delle nonne di un tempo quando raccontavano le fiabe vicino al camino, degli asciugamani sul letto intrecciati come dei cigni bianchi che si baciavano ed altro ancora.

Interno della casa

Una volta che abbiamo sistemato il nostrp bagaglio, ci si è posti il dilemma 🤔: procedere subito alla scoperta del borgo o riservarla al giorno successivo e soddisfare la nostra curiosità verso la meta suggestiva del nostro viaggio?

Dopo una breve consultazione, abbiamo deciso di visitare subito il nostro oggetto dei desideri anche perché il tempo era favorevole e la passeggiata sarebbe stata piacevole.

Prese le necessarie informazioni, ci siamo incamminati lungo un vero e proprio percorso di trekking sulla montagna.

indicazioni per rocca calascio

Se ti chiedessi di pensare a una meta che è stata scelta per film come “LadyHawke”, “Il Nome della Rosa”, “il Viaggio della Sposa” ed altri, cosa ti verrebbe in mente?

Rocca Calascio

A soli 4 km da Santo Stefano si erge “la Rocca”, lo splendido castello risalente al X secolo d.C. Ebbene sì, lo confesso: per me Rocca Calascio, fondamentalmente, è sinonimo di LadyHawke. Sempre insieme, eternamente divisi…”!

Mentre salivamo verso il castello dentro di me si susseguivano le scene del film, girate all’interno della rocca, in particolare la scena in cui il giovane ladruncolo Philippe Gaston implorava l’aiuto del monaco Imperius affinché medicasse il falco/Isabeau in fin di vita.

su verso la rocca
2 giorni in abruzzo: trekking verso la rocca

Un film che mi è rimasto dentro nel tempo!

Ma anche “In nome della Rosa, è un capolavoro memorabile per tutti con il protagonista il monaco Guglielmo di Baskerville interpretato dal grande Sean Connery.

Rocca Calascio è una delle più incantevoli fortificazioni dell’Italia centrale, subito riconoscibile per i suoi torrioni circolari in pietra bianca e domina tutta la valle circostante.

Si trova a circa 1464 metri d’altezza e il luogo è da cartolina.

L’arrivo te lo devi guadagnare, passo dopo passo, salita dopo salita e quando pensi che il traguardo è ancora lontanissimo, ecco che cominci, in lontananza, a scorgere il profilo della Rocca e allora passa ogni stanchezza e le gambe si fanno leggere perché non vedi l’ora di arrivare.

Rocca calascio di lato

Superata la piccola chiesetta, di cui ti parlerò a breve, Rocca Calascio, ha tutto ciò che ci aspettiamo dal castello delle favole: è posto sul cucuzzolo della montagna, ha il suo ponte levatoio e le alte torri potrebbero nascondere principesse tenute prigioniere dal drago di turno.

Basta un po’ di fantasia e la tua mente vola a tanti contesti similari!

Tornando alla realtà, il castello sembra davvero sorgere spontaneamente dagli speroni rocciosi su cui si appoggia e su cui è fondato.

la rocca e noi

Del Castello restano ampi tratti delle mura, la rocca vera e propria, difesa da un ponte levatoio e da quattro torri che si arroccano intorno ad un piccolo edificio quadrangolare (al cui interno non si può accedere).

Il panorama è davvero impressionante, sembra quasi di essere fuori dal tempo e, d’altra parte, se National Geographic l’ha inserita tra i quindici Castelli più belli del mondo ci sarà pure un motivo!

Ah, non te l’ho detto: l’accesso a Rocca Calascio è gratuito. Da non perdere!

Il trekking verso la Rocca è stato fantastico, eravamo soli in mezzo alla montagna seguendo un sentiero indicato che lasciava alle nostre spalle Santo Stefano di Sessanio ed il sole man mano cominciava il suo declino regalandoci effetti di luci speciali.

Se non te la senti di percorrere i quattro chilometri per la solo andata che separano Santo Stefano dalla Rocca puoi raggiungere il vicino Borgo di Calascio con l’auto e da lì usufruire di un servizio di navetta disponibile sia all’andata che al ritorno dalla piazzetta alla base del vecchio borgo.

Le tante foto scattate ci hanno ripagato abbondantemente della scarpinata fatta.

Si resta incantati e poi il tramonto alla Rocca è insuperabile per chi come noi cerca luoghi magici da ricordare nel tempo.

Abbiamo avuto anche il tempo di avvicinarci alla piccola chiesetta, di cui ti avevo accennato, che sorge ai piedi della Rocca.

chiesa di santa maria della pietà vista dalla rocca

La Chiesa di Santa Maria della Pietà che ha la particolarità di essere di forma ottagonale con la cupola a otto spicchi e su una delle facciate vi è appoggiato uno spazio adibito a presbiterio.

Un’antica leggenda narra che la chiesa sia stata costruita nel luogo dove la popolazione riuscì a sconfiggere una banda di briganti che imperversava nella zona. Tale avvenimento è ricordato dal dipinto raffigurante la Vergine miracolosa che si trova nell’interno insieme a una scultura che raffigura San Michele.

chiesa di santa maria della pietà

Peccato che la chiesa è quasi sempre chiusa ma, comunque, è suggestivo poterla ammirare solitaria nello scenario delle montagne d’Abruzzo.

Anche il borgo di Calascio regala scorci interessanti con le case in pietra, gli edifici signorili ma soprattutto il campanile della chiesa, che non ha la facciata perché inglobata in un palazzo signorile del Settecento, lascia davvero di stucco e viene considerato uno degli elementi identitari del borgo stesso.

Fattasi sera, riprendiamo la via del ritorno e, dopo altri quattro chilometri di un altro percorso montanaro, stanchi ma felici, ritorniamo al nostro alloggio per la meritata cena da predisporre.

Il mattino seguente, dopo un’abbondante colazione, armati delle nostre macchine fotografiche ci siamo avventurati, di buon ora, alla scoperta di Santo Stefano.

Santo Stefano di Sessanio

Accenni di storia

Devi sapere che il paese fu ricostruito intorno all’anno mille su ciò che rimaneva della vecchia “Sextantio”, il precedente agglomerato costruito dai romani che, con questo nome, indicavano la distanza di “sei miglia romane” dalla città di Peltuinum latina.

Trovandosi in posizione strategica e centrale lungo gli assi viari più importanti, come la Via Claudia Valeria, la Via Valeria e il Tratturo Regio, che univano l’Aquila a Foggia, questo borgo divenne uno dei più conosciuti e importanti d’Abruzzo.

Nel 1200, come borgo feudale, passò alla Baronia di Carapelle per poi essere ceduto ai Piccolomini che, a loro volta, verso la fine del 1500 lo cedettero alla Casata dei Medici di Firenze.

Sotto la guida di Francesco de Medici, il borgo raggiunse il suo massimo splendore soprattutto grazie al commercio della pregiata lana “carfagna”, un tipo di lana grezza e nera che veniva usata soprattutto per cucire i sai dei monaci e le uniformi militari.

Intorno al 1700 la cittadina venne assorbita dal Regno delle Due Sicilie, in cui rimase fino all’Unità d’Italia. Ma è nell’800 che la città vive un periodo critico che la vedrà progressivamente svuotarsi a causa della privatizzazione dei terreni del Tavoliere delle Puglie che, di fatto, fece cessare la transumanza delle pecore, privando i cittadini di un’importante fonte di sostentamento.

santo stefano di sessanio

Cosa vedere a Santo Stefano di Sessanio

Esplorare il centro storico è stato come fare un tuffo nel passato in quanto questo gioiello di epoca medievale non solo è perfettamente conservato ma, grazie anche all’intraprendenza di un giovane imprenditore italo-svedese, Daniele Kihlgren che, acquistato varie abitazioni abbandonate, le ha ristrutturate, nel rispetto delle caratteristiche architettoniche, è stato creato un Progetto di “albergo diffuso” che ha permesso di rilanciare Santo Stefano di Sessanio come meta per un turismo non di massa.

L’accesso al borgo avviene tramite la Porta Medicea dove è ancora visibile lo stemma della famiglia fiorentina dei de’ Medici, Signori di Santo Stefano dal 1579 al 1743. Superata la porta sono certo che rimarrai affascinato osservando gli edifici con le bifore, gli archi ed i camminamenti coperti così come i loggiati e le scalinate che si diramano lungo tutto il centro storico.

santo stefano di sesssanio la porta medicea

Essendo un piccolo borgo fortificato di forma ellissoidale, il piacere sarà proprio nell’inerpicarsi lungo le stradine, perdersi tra i vicoletti e le scalinate e piazzette che incontrerai senza guardare l’orologio e magari visitando i tanti negozietti di souvenir che incrocerai e i localini dove prendere qualcosa da bere e/o gustare qualche specialità tipica abruzzese.

sempre più in alto

Il simbolo di Santo Stefano è rappresentato dalla Torre Medicea risalente al 1300. Purtroppo a causa del terremoto che colpì queste zone nel 2009 la torre, di forma cilindrica, venne distrutta anche se, nel corso degli anni, è stata iniziata la ricostruzione in pietra bianca calcarea.

la torre medicea

Il Borgo non ha una vera e propria cinta muraria ma, a scopo difensivo, si avvale delle case-torri, abitazioni che si sviluppano in altezza anziché in larghezza, strettamente unite tra loro formando una cinta difensiva non facilmente espugnabile.

vicoli
incroci

Il groviglio di vicoletti tortuosi conducono verso la Torre e l’adiacente Casa del Capitano, un palazzetto del 1400 circondato da un bel loggiato.

Da questo punto si gode una magnifica vista sulle valli del Tirino e dell’Aterno ed in lontananza sulla Maiella e sul Parco del Gran Sasso.

santo stefano di sessanio i fiori e patrizia

Ritornando verso la piazza centrale vedrai il Palazzo delle Logge, un bel palazzo nobiliare nonché una delle più importanti residenze del borgo, che oggi è stato trasformato in una delle dimore di cui si compone l’albergo diffuso.

stradine

La piazza centrale, Piazza Medicea, rappresenta il centro commerciale del borgo in quanto vi si affacciano varie botteghe e nella stessa si trova anche il palazzo nobile di Santo Stefano di Sessanio, costruito dai Medici con due finestre a bifora, oggi adibito ad albergo.

piazza medicea
piazza medicea e patrizia

Una particolarità che accomuna tutto il borgo è che le strade nonché gli edifici sono costruiti con pietra calcarea bianca e che qui è presente uno dei passaggi più stretti d’Italia che mette in comunicazione due vie del borgo.

vicolo stretto
io nel vicolo stretto

Poco distante dal centro c’è la Chiesa di Santo Stefano risalente al 1300 che conserva, al suo interno, una statua lignea del Santo ed una Madonna in terracotta del 1500.

Da vedere anche è la minuscola Cappella della Madonna del Lago, poco distante dal Borgo, che ha nelle vicinanze un piccolo laghetto con canneti e anatroccoli. Lo stile è barocco a navata unica e lo scenario in cui si trova è davvero spettacolare!

Ma avrai fame immagino: non devi perderti uno dei piatti più famosi di Santo Stefano di Sessanio “le lenticchie”.

Cosa mangiare a Santo Stefano di Sessanio

I piatti della tradizione contadina sono i protagonisti della cucina di Santo Stefano ed il podio più alto spetta, appunto, alla lenticchia di Santo Stefano di Sessanio: piccola, di colore scuro, quasi violaceo e dal sapore intenso, è una varietà autoctona, purtroppo, sempre più difficile da trovare.

Questa lenticchia viene cucinata essenzialmente per zuppe, nelle sue molteplici varianti ed accompagnata da quadratini di pane o servita con patate o con salsicce e per finire con l’immancabile pasta casareccia.

Se sei un estimatore della carne, devi assolutamente provare l’agnello alla chiaranese con cacio e uova mentre ti suggerisco alcune specialità di primi piatti casarecci: a farla da regina sono gli gnocchetti e fagioli o le sagnette al sugo d’agnello, un formato di pasta simile alla tagliatella ma lunga circa 3 o 4 centimetri con un impasto di acqua, farina e sale che ne denota l’origine povera.

le lenticchie di santo stefano di sessanio

Era infatti la pasta “di tutti i giorni” in contrapposizione alla più sofisticata pasta all’uovo dei giorni festivi (da qui si evince quanto io sia un grande “pastaiolo” :).

Infine se sei anche appassionato di dolci, non potrai perderti le ferratelle, i dolci con le mandorle, il pasticcio degli dei con crema allo zafferano.

Come arrivare

Santo Stefano di Sessanio è ben collegata con ogni mezzo di trasporto ed è facilmente raggiungibile sia in treno che in autobus.

Se viaggi in automobile, come noi, devi avere come riferimento la città de L’Aquila, raggiungibile attraverso l’autostrada A 14 fino a Giulianova – Mosciano Sant’Angelo se si viene da nord per poi proseguire sulla A 24 fino a L’Aquila Est ed imboccare infine la SS 17 fino al borgo.

Venendo da sud, invece, bisognerà percorrere la A14 fino a Pescara per poi proseguire sull’autostrada A25 Pescara–Roma fino al casello di Bussi sul Tirino – Popoli.

Da qui è necessario proseguire sulla SS 5 e poi ancora sulla SS in direzione Navelli, e poi completare il percorso sulla SS 17 in direzione L’Aquila – Santo Stefano di Sessanio.

Caro lettore, devo dire che, per noi, il borgo di Santo Stefano di Sessanio è stato davvero una piacevole scoperta!

Sicuramente presto vorremmo ritornare in zona per conoscere meglio la natura nei dintorni e magari percorrere con il nostro kayak fiumi e laghi d’Abbruzzo.

Ora nel salutarti, come sempre, mi faresti cosa gradita se condividessi l’articolo “Due giorni in Abruzzo – Seconda tappa: Santo Stefano di Sessanio e Rocca Calascio” sui tuoi social, dando l’opportunità ai tuoi amici di scoprire questa meta o di suggerirne altre.

Ciao!

Lascia un commento